Sito di rilevanza mondiale dichiarato monumento naturale nel 2001 dalla Regione Lombardia e interessato dalla presenza di antiche fonti sulfuree e da giacimenti paleontologici.
Sito di rilevanza mondiale dichiarato monumento naturale nel 2001 dalla Regione Lombardia e interessato dalla presenza di antiche fonti sulfuree e da giacimenti paleontologici, La Valle del Brunone è situata all’interno del comune di Berbenno, poco distante dall’abitato di Ponte Giurino.
Quest’area, poco antropizzata, si sviluppa lungo il corso del torrente Brunone, è attraversata da numerose strade poderali che conducono a cascinali isolati ed è caratterizzata in prevalenza da boschi che si alternano a piccole praterie. L’area protetta risulta quasi interamente ricoperta da boschi misti di latifoglie; in essi prevalgono specie quali il faggio, il frassino maggiore, la betulla, il carpino bianco, l’ontano nero, l’acero montano, la roverella e il castagno. Inoltre anche presenze di noce, di ciliegio e di alcuni pini, tra i quali il pino strobo e il pino nero.
L’area presenta importantissimi strati fossiliferi risalenti al Triassico Superiore (215 milioni di anni fa). Si tratta di una ricca fauna fossile comprendente rettili, pesci, crostacei, molluschi e persino insetti. La specie simbolo è spettacolare esemplare di libellula fossile italophlebia Gervasuttii esposto nelle sale del museo di Scienze Naturali “E.Caffi” di Bergamo. Dal 1973 gli studiosi e i collaboratori del Museo Civico di Scienze Naturali di Bergamo “E. Caffi” raccolgono e preparano i reperti fossili rinvenuti nelle rocce del monumento naturale.
A tutt’oggi è possibile osservare i reperti più rappresentativi nella sala d’esposizione “Bergamo 220 milioni di anni fa” tra cui citiamo l’Eudimorphodon ranzii, un raro esemplare di rettile volante, e l’Italophlebia gervasutii, lo spettacolare esemplare completo di libellula fossile simbolo del monumento naturale.
L’area presenta anche antiche fonti sulfuree, acque dal caratteristico odore di zolfo estremamente benefiche per la salute; visibile inoltre l’evoluzione del territorio dovuta a fattori quali l’erosione torrentizia (forre, piccoli meandri, piccole cascate, ecc..); l’erosione atmosferica (smottamenti, piccole frane …) e la deposizione di nuove litologie (travertino di neoformazione o tùff).
L’intera area è accessibile ma protetta, non è infatti consentita la ricerca e l’estrazione di fossili o minerali. La valle è conosciuta dalla popolazione locale con il nome di “Scanarola”, probabilmente per la sua morfologia e il suo profilo a “V” che ricorda la classica forma del canale. Per accedere al Monumento Naturale si può usufruire dell’entrata principale dal campo sportivo di Ponte Giurino, dei sentieri che passano dal centro abitato di Cà Berardi, dalla villa Baracchi e Bel Coster dal centro abitato di Carpeno, situato sulla strada provinciale che porta a Berbenno ed infine dalla cascina Pradegoldi e da Prato del Sole, all’estremità Nord della Valle.