Gli edifici costituiscono ciò che resta di una serie di importanti nuclei, posti nel fondovalle lungo il fiume Imagna, legati alle attività artigianali che sfruttavano la forza motrice dell’acqua.
Gli edifici costituiscono ciò che resta di una serie di importanti nuclei legati alle attività artigianali che sfruttavano la forza motrice dell’acqua. Posti nel fondovalle, lungo il fiume Imagna e collegati a questo tramite derivazioni artificiali, Fucine era il centro della prima forgiatura e della lavorazione del ferro che veniva ricavato dalle miniere sovrastanti, fino al XIV secolo. Successivamente si lavoravano pani di ferro già forgiati, provenienti anche da altre zone.
Fiorentissima la produzione di roncole, rastrelli, forche che furono esportate in tutta Italia e non solo. Questa attività manifatturiera sostituì la produzione di chiodi, principale attività durante il dominio milanese che venne assorbita poi dalla Valsassina. Cà Dani, insieme alla presenza di una “Fòla” per la battitura di panni-lana conserva ancor oggi una importante struttura tipologica nel rapporto tra locali adibiti alla manutenzione e alla produzione del territorio e locali ad uso abitativo. Il suo nucleo, pressochè intatto, ne fa un importante esempio da mettere in relazione ad interventi di restauro analoghi. Gli edifici adibiti a Mulino conservano ancora la zona del vecchio canale, il muro della ruota e le zone abitative. Di particolare interesse un affresco murario di facciata.
Il percorso è compreso tra le località di Cà Mercàncc fino alla località Mulino e si sviluppa lungo il corso del Torrente Imagna. La zona di grande fascino segue l’antico sentiero che è oggi affiancato da una strada sterrata. Sono ubicati degli interessanti reperti di archeologia industriale che comprendono una fucina con relativi locali di servizio, un centro rurale per l’attività zootecnica e agricola e un mulino.